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Emergenza freddo: servono nuovi posti

L’assessore alle Politiche sociali, Luisa Ceni, i referenti dell’Ulss 9, della polizia municipale e il direttore del Samaritano, Marco Zampese, insieme ad altri referenti del terzo settore, si sono incontrati ieri per definire l’organizzazione di quella che sarà l’emergenza freddo per l’inverno 2023-2024.

Il periodo va dal 27 novembre al 3 marzo, quando chi non ha una casa verrà ospitato di notte nei dormitori sparsi in vari punti della città. C’è un fenomeno nuovo, e problematico, cui far fronte: questi stessi dormitori sono rimasti pieni anche nel periodo estivo. Segno che la popolazione degli “invisibili” è in aumento, per effetto anche dei nuovi scenari internazionali e delle persone di origine straniera che sfuggono dall’accoglienza prefettizia.

Ciò ha indotto il Comune di Verona a trovare 85 posti letto in più rispetto all’anno scorso (sono 265 in totale) e a continuare la ricerca coinvolgendo il terzo settore cittadino (associazioni di volontariato e cooperative).

Non solo. L’ulteriore emergenza riguarda quei soggetti senza dimora che, oltre al disagio sociale, sono afflitti anche da evidenti patologie psichiatriche, spesso abbinate a dipendenza soprattutto da alcol. Ad oggi manca, per queste persone, una struttura per la salute mentale di prima accoglienza: spesso nei reparti ospedalieri non c’è posto e le case di cura non si occupano di acuzie. Eppure sono, questi, gli individui più esposti alla fragilità, che non si lasciano avvicinare e che è difficile anche inserire nei dormitori. Ed è, questa, una delle sfide che più urgentemente il Comune e le altre parti coinvolte si troveranno ad affrontare.