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Tutte le attività della Caritas affidate alla Madonna della Corona

È terminata la prima edizione della “Settimana della carità” organizzata da Caritas diocesana veronese. All’interno del meraviglioso contesto del santuario della Madonna della Corona, in occasione dell’anno giubilare mariano in cui si celebrano i 500 anni da quando la statua della pietà è stata traslata da Rodi, la Caritas di Verona ha voluto presentare tutte le sue innumerevoli attività, per pregare per i suoi ospiti, i volontari e gli operatori e affidare tutto alla Madonna.

I temi delle giornate, come pure le letture delle Sante Messe, sono stati scanditi in modo da dare risalto ad ogni attività di Caritas e, in un ipotetico ordine temporale, i primi ad essere stati affidati a Maria sono stati i bambini. Bambini ospitati con le loro mamme in varie strutture della Caritas, oppure che chiedono aiuto nei centri di ascolto territoriali. E il giorno successivo è proseguito ancora in ordine di… età: protagonisti i ragazzi, gli adolescenti, i giovani da educare. Sono stati presentati i progetti, raccontate storie, descritti i processi che portano Caritas a lavorare in un particolare periodo della vita delle persone per rompere la catena della povertà. Particolarmente toccanti le testimonianze di due giovani veronesi che hanno vissuto un periodo della loro vita da neomaggiorenni in strada e che poi hanno incontrato progetti della Caritas che hanno permesso loro di rimettersi in piedi, ritrovare fiducia e speranza e, oggi, poter guardare in autonomia il futuro con più serenità.

È stata poi la volta delle famiglie fragili, dei progetti sul territorio a loro dedicati, come gli Empori della solidarietà e le Officine culturali. E in questo momento, come del resto in ciascuna giornata, è stato dato grandissimo risalto ai volontari, motore fondamentale di tutto il mondo Caritas. I loro racconti e le loro testimonianze sono pagine aperte di Vangelo vivo, che hanno sottolineato, lungo l’intera settimana, quanto il donarsi al prossimo con gratuità doni realmente gioia al cuore.

Nel lungo weekend, Caritas si è soffermata sulle fragilità e sulle gravi marginalità: migranti, richiedenti asilo, ex detenuti, senza tetto. Anche in questo caso con testimonianze toccanti, con racconti commoventi di viaggi incredibili, con semi di speranza lasciati da esempi di integrazione e reinserimento nella società, con le parole ricche di amore verso i poveri di operatori e volontari.

Una settimana, poi, condita dalla presenza costante e dalle omelie puntuali e toccanti del direttore di Caritas Verona, mons. Zampieri, da due pellegrinaggi da Brentino Belluno fino al Santuario, da pranzi e cene tra operatori, volontari e ospiti, e dal racconto ripetuto più volte durante la giornata, da parte del vicedirettore di Caritas diocesana, Marco Bonato, della storia del Santuario della Madonna della Corona, che ha portato a celebrare questo Giubileo.

Per le persone che gravitano nel mondo Caritas si è trattata di una settimana atipica, dove sono state messe da parte le corse, gli impegni, gli obiettivi da raggiungere o i risultati da ottenere: ma è stata occasione per fermarsi, per pregare, per raccontarsi e ascoltare. Una modalità molto apprezzata anche dai tanti pellegrini passati dal Santuario. Pellegrini che, oltre a pregare Maria, hanno avuto il privilegio di immergersi nel mondo Caritas, conoscere i suoi progetti e scoprire quante persone a Verona sono fortemente impegnate nel sociale, vivendo in prima persona l’amore per i poveri.

Francesco Oliboni