off

Verso la conclusione dell’emergenza freddo

È in dirittura d’arrivo anche quest’anno quella che viene denominata emergenza freddo, nonostante non sia vera emergenza visto che l’inverno arriva ogni anno e con esso le temperature rigide che, letteralmente, non fanno dormire sonni tranquilli ai tanti clochard che popolano le strade di Verona. Con aprile si chiuderà questo periodo che ha visto anche in questa occasione un ingente schieramento di forze tra Comune di Verona, terzo settore e Caritas diocesana veronese, per un totale di 266 posti letto messi a disposizione sul territorio cittadino per accogliere uomini e donne in grave stato di difficoltà, privi di dimora.

In questo inverno 2022/23 una caratteristica significativa rispetto al passato è data dall’aumento delle richieste di giovanissimi senzatetto, come ci spiega Damiano Conati, referente del progetto di accoglienza neomaggiorenni per Caritas Verona: «Quest’anno abbiamo registrato un aumento importante di ragazzi di 18, 19 anni che vivono in strada. Ragazzi italiani, provenienti da famiglie fragili oppure usciti da comunità per minori in cui hanno vissuto per anni da minorenni. Inoltre sono in aumento anche i giovani stranieri, arrivati in Italia da minori non accompagnati e che non sono riusciti a trovare una stabilità nei mesi o negli anni in cui sono stati accolti e che, non appena sono diventati maggiorenni, si sono trovati senza una casa dove stare. Fortunatamente Caritas, attraverso la coop. Il Samaritano, porta avanti da anni un progetto dedicato a tutti questi ragazzi, che così evitano i dormitori o accoglienze precarie, ma vengono seguiti fin da subito nel coltivare i loro sogni, i loro desideri, e per provare a rimettersi in piedi e costruire un futuro».

Tra le altre realtà di accoglienza invernale, anche quest’anno ha funzionato molto bene quella presso la parrocchia di San Giovanni Evangelista, destinata ai senzatetto definiti invisibili e irriducibili: cioè i senza dimora che vivono nella gravissima marginalità, che restano in strada anche nei mesi invernali e che presentano grosse problematiche, anche per essere accolti nei normali dormitori. In questo caso parliamo di persone adulte che vengono intercettate durante la notte dalla Polizia, dalla Ronda della Carità o da altri servizi di volontariato e per i quali Caritas Verona ha valutato la necessità di mettere a disposizione un luogo emergenziale e sicuro dove inserirli, per avere per lo meno un letto caldo per dormire. Siamo al terzo anno di sperimentazione di questo progetto, nato dalla collaborazione tra la coop. Comunità dei giovani e Il Samaritano. Si tratta di un’area al caldo con brandine, bagni e la possibilità di farsi una doccia (vedi foto). Don Antonio Sona, parroco di S.Giovanni Evangelista, è sempre più convinto della bontà di questa scelta: «Per il terzo anno consecutivo siamo a raccontare un’esperienza bellissima di accoglienza. Stavolta sicuramente diversa dagli anni passati perché caratterizzata da una forte concentrazione di ospiti provenienti dal Nord Africa e soprattutto ospiti molto giovani, intorno ai 20/25 anni. Erano previste una decina di accoglienze, ma nei mesi più emergenziali siamo arrivati anche a dodici, con un flusso complessivo in questi mesi di circa una cinquantina di volti incontrati».

Quali tipologie di persone avete ospitato?

«Sicuramente persone sole e che spesso prediligono vivere in questa solitudine, con esigenze di socialità che spesso si incontrano ma a volte si scontrano con le realtà presenti. Molti di loro arrivano al nostro dormitorio affamati, probabilmente perché durante il giorno evitano le mense per poveri, spesso affollate. Per fortuna quest’anno abbiamo assicurato sempre la cena, oltre a docce, bagni e un letto al caldo. Inoltre abbiamo incontrato molte persone con fede, che pregano e trovano momenti riflessivi personali per rasserenarsi».

Diceva della cena…

«È la novità di quest’anno: cena tutte le sere, grazie alla collaborazione con la Ronda della carità e grazie alla Provvidenza. Non sono mai mancati il cibo, ma anche scarpe, indumenti, prodotti di igiene personale provenienti dalla generosità dei parrocchiani. Una mano è arrivata dall’associazione Il Dono di Lugagnano e dai volontari della nostra comunità. Importante è stato poi il contributo della San Vincenzo locale. Ma ogni giorno è stata una scoperta di atti di generosità, come quello del fornaio del posto che ci ha donato il pane ogni settimana».

Una comunità che si interessa dei poveri.

«La nostra San Vincenzo segue una sessantina di famiglie del quartiere e le esigenze sono tante. In parrocchia viene dato un servizio pomeridiano di scuola di italiano per bambini stranieri con una ventina di volontari impegnati. Senza dimenticare il gruppo parrocchiale “Verso il sole” che si trova tre volte alla settimana per organizzare attività per persone sole. Fortunatamente a San Giovanni Evangelista ci sono persone sensibili alla carità e una parrocchia che apre le proprie porte in questo modo è un segno. E io personalmente sono molto contento di ciò perché incarna perfettamente il mio immaginario di una parrocchia».

Cioè?

«Per me una parrocchia dovrebbe essere composta da tre case: la casa della preghiera, quella della formazione e quella carità. Concretamente parlando abbiamo la nostra chiesa, abbiamo gli splendidi spazi del nostro Circolo Noi La Sorgente, le aule di catechismo, ma noi possiamo dire di avere anche la casa della carità, con attività durante il giorno e il dormitorio notturno. Nonostante non sia una parrocchia giovanissima, con le persone che ci sono c’è grande dinamismo e comunione».

Per concludere sulle novità delle accoglienze nell’inverno 2022/23, merita una menzione particolare un’altra realtà nuovissima gestita dal Samaritano, cioè la Casa Senior, un progetto realizzato all’interno della parrocchia di Santa Maria Regina, zona Saval. Si tratta di un appartamento messo a disposizione dalla comunità per pochi senza tetto molto anziani, che hanno potuto così vivere l’inverno lontano dal dormitorio del Samaritano, ma in una dimensione più familiare e protetta. Anche in questo caso un progetto nuovo, che coinvolge il territorio e che mira al rispetto delle persone e che può essere rivisto e ripetuto anche in futuro.   

Ora si va verso la conclusione dell’inverno e della famigerata emergenza freddo, ma questo non significa che finiscono i bisogni. Le necessità abitative sono ancora molte e le emergenze sono continue. E Caritas è pronta ad affrontare queste nuove sfide.

Tratto da VERONA FEDELE (01 aprile 2023)

Francesco Oliboni