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Una nuova casa per i richiedenti asilo di Caritas

Da Via Rosmini a Via Bacilieri. Dal centro di Verona, dove erano ospiti da circa due anni, al quartiere periferico di San Massimo, nella struttura dell’ex Centro unitario missionario della Cei, proprio a lato della attuale sede della Pastorale giovanile diocesana.

È arrivato in questi giorni il trasloco dei sedici giovani richiedenti asilo gestiti dal Samaritano di Caritas diocesana in quello che sarà il nuovo centro collettivo di accoglienza della Caritas. L’inaugurazione della casa avverrà domenica 19 ottobre, in occasione della giornata mondiale dedicata ai poveri. Casa che avrà un nome profetico: Casa di accoglienza Madonna di Guadalupe, la cui immagine è proprio sull’angolo portante all’ingresso della struttura, in quanto tale casa ha ospitato per tanti anni il Seminario nazionale per l’America Latina a Verona, nato nel 1961 sulla scia dell’enciclica Fidei Donum di papa Pio XII. Quindi un richiamo anche a questa Vergine venerata in altri continenti, al respiro missionario che ha avuto la struttura e all’accoglienza come dono di fede che sono cardine sia di chi è partito come missionario in passato che di chi accoglie oggi, con braccia e cuori aperti al prossimo.

Casa Madonna di Guadalupe è un centro collettivo che ospiterà 25 persone, giovani stranieri che arrivano in Italia con lo status di richiedenti asilo per ottenere poi quello di rifugiati. I giovani saranno gestiti dagli operatori di Caritas diocesana, insieme a volontari e a varie equipe di professionisti. Non sarà solo accoglienza, ma intorno a questa casa saranno organizzati anche vari progetti di integrazione: dalla scuola di italiano, a laboratori di vario di genere, dall’accompagnamento sanitario, psicologico, legale e burocratico, al successivo inserimento in micro-accoglienze sul territorio, anche grazie alla collaborazione delle parrocchie della diocesi.

«Nel nuovo bando di accoglienza dei richiedenti asilo voluto dal Governo per il 2024 – spiega Marco Zampese, direttore del Samaritano – verrà completamente tolto l’obbligo da parte degli enti gestori dell’accoglienza di supportare i beneficiari nel percorso di integrazione, eliminando l’insegnamento della lingua italiana, il supporto psicologico, l’accompagnamento sanitario, l’orientamento al lavoro, per fare qualche esempio. Si tratta di un bando che non agevola assolutamente l’inserimento di questi giovani stranieri, la loro integrazione sul territorio e favorisce, anzi, i margini di lucro di certe cooperative che fanno accoglienza a discapito di chi è bisognoso di aiuto. Come Caritas Verona continueremo ugualmente ad assicurare tutti i servizi di accoglienza e integrazione, che abbiamo sempre posto come cardine del nostro operato. Crediamo fermamente nel modello di integrazione fatto da micro-accoglienze, da progetti, anche educativi, di inserimento, dal coinvolgimento del territorio e delle tante persone che si adoperano per il bene di chi chiede aiuto, soprattutto i volontari delle parrocchie. Un nuovo centro collettivo come quello di via Bacilieri ci consente di aumentare leggermente i numeri della prima accoglienza e quindi di dare maggior respiro alle tante richieste che ci giungono ogni giorno, ma al tempo stesso ci offre il dono di avere tantissimi giovani della pastorale giovanile diocesana al nostro fianco, con i quali è possibile collaborare e costruire percorsi di Chiesa e di umanità incredibili. Giovani con i giovani. Carità, annuncio e fede tutte insieme nella stessa struttura diocesana: una grande opportunità per la diocesi di Verona!». 

Ecco alcune immagini del momento dell’inaugurazione della struttura: LINK