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S.Giovanni Evangelista, esempio di comunità accogliente

Gli emarginati della società, quelli più invisibili e irriducibili, non sempre hanno voglia di entrare nelle dinamiche dei dormitori cittadini, delle convivenze con altre persone, delle regole che spesso vengono poste loro. Stiamo parlando dei senzatetto che vivono la gravissima marginalità, cioè persone che restano in strada anche nei mesi invernali e che presentano problematiche tali che è difficile vederle accolte anche nei normali dormitori di bassa soglia. Però il freddo arriva anche per loro e i rischi che corrono per la loro vita sono alti. Chi ha deciso di accoglierli è don Antonio Sona, parroco di S.Giovanni Evangelista, zona Golosine: «Come parrocchia avevamo questo salone grande con vicini gli spogliatoi per il campo sportivo, con bagni e docce, per cui tutti gli elementi per offrire un’ospitalità dignitosa a chi ne avesse bisogno e abbiamo dato la disponibilità a Caritas per accogliere».

E così accade che durante la notte, la Polizia, la Ronda della carità, oppure l’Unità di strada della Comunità dei giovani, intercettano queste persone, le convincono a non dormire all’addiaccio, ma di avere almeno un luogo caldo dove passare la notte. «È il nostro quarto anno – continua don Antonio – e in questo tempo abbiamo avuto modo di verificare che l’accoglienza è possibile, gestendola insieme ad altre attività della parrocchia. Anzi, abbiamo capito che questo aprirsi agli altri è diventato un arricchimento per l’intera comunità».

Conclude Luciano Colognese, volontario del dormitorio parrocchiale e membro del consiglio pastorale di S. Giovanni Evangelista: «Accogliamo uomini, tra i 30 e i 40 anni, che sono stati emarginati dalla società. Qua hanno la possibilità di sentirsi accolti e, frequentandoli, vieni a conoscere anche le loro storie, che spesso ci lasciano basiti. Questa scelta di generosità verso i più bisognosi, ci dà un grande senso di appartenenza, sia come fratelli, ma soprattutto come cristiani, perché, se chiudiamo le porte a loro, è come chiudere le porte a Cristo».